domenica 28 aprile 2013

Sunrise

Oggi volge al termine la settimana di permanenza a Battipaglia (SA) a casa della famiglia del mio fidanzato Vito, da domani riprenderà la solita routine milanese... Oddio, in realtà no, dato che a maggio comincerò un nuovo lavoro (il vecchio l'ho mollato per brutte ragioni che, chi mi conosce, sa). Quindi tutto sommato questa volta la sensazione di ritorno a casa sarà differente rispetto gli ultimi 5 anni.
Venire a Battipaglia infatti per me ha sempre avuto un solo significato: scappare. 


Tra il 2009 e la fine del 2011, mentre io e Vito eravamo in piena relazione a distanza, questo luogo è stato il mio personale Shangri La... Il luogo di fuga ideale dalla mia possessiva famiglia che non mi permetteva di vivere serenamente. Questo posto mi permetteva di stare al sicuro, distante 900 chilometri da tutti quei problemi di vita quotidiana, ma l'effetto di questa piacevole droga ovviamente ha sempre avuto un termine... Di solito una settimana ogni tot di mesi. Dopo di che tutto sarebbe dovuto tornare come prima, era il giusto equilibrio delle cose, tipo rinascere dalle proprie ceneri come una fenice... Battipaglia era la mia cenere! Di conseguenza era tempo di risvegliarsi, riaprire gli occhi e prendersi le proprie responsabilità (il Re Leone insegna), Milano mi avrebbe atteso con nuove sfide e problemi.  
Infatti nell'estate 2011 avvenne una sorta di segno del destino: mi trovavo in montagna con Vito per una vacanzina di una settimana, ero talmente demoralizzata all'idea di dover continuare una storia a distanza con la disapprovazione dei miei genitori che mi sentii pronta a mollare tutto e rifugiarmi definitivamente nel grembo di questa madre adottiva che è Battipaglia, per cominciare una nuova vita. Mi preparai un discorso perfetto, proprio quando cercai di esporlo squillò il telefono: un nuovo e ottimo lavoro ben retribuito a Milano. Ed ecco che Battipaglia smise di chiamarmi a se, almeno per il momento. Infatti da luglio 2011 al capodanno 2013 Battipaglia ha avuto anche un'altra funzione: luogo di fuga non solo dai genitori oppressivi ma anche da lavoro stressante. Insomma era un'ancora di salvezza, la luce in fondo al tunnel, il mio effetto placebo. Poi io e Vito siamo andati a convivere a febbraio 2012, quindi almeno i miei genitori smisero di essere un problema (oggi sono quasi buoni, sarà stata la lontananza) ma Battipaglia era sempre lì per accogliermi per liberarmi degli stress lavorativi sempre più frequenti... Almeno sino a un paio di settimane fa, quando ho dato le dimissioni. Ora mi trovo a Battipaglia consapevole di vivere col ragazzo che amo e aver mollato un brutto lavoro per potermi dedicare a ciò che più adoro fare (disegnare), ieri notte sedendomi sulla spiaggia annusando l'aria di mare e guardando la luna sparire tra le nuvole non mi sono sentita depressa. Non ho avvertito quella brutta sensazione che di solito mi attanagliava, quel "oddio domani si ricomincia, mi sparerei", per la prima volta dopo 5 anni ho pensato "sono impaziente di ciò che mi aspetta al mio ritorno". Immagino sia felicità.