sabato 23 febbraio 2013

Freedom

Stamattina mi sono alzata con un bel pensiero nella mente. Un pensiero a cui, in realtà, non ho mai dato molta importanza sino a stamattina ma ora mi sembra una delle cose più belle che abbia mai provato.




L'anno scorso ho passato una settimana a Jesolo con amici, il posto era veramente caro come il fuoco, con localini inutili e con un mare perennemente sporco (ebbene sì, ho ceduto infine anche io alla vacanza "gggiovane"...ovvero i famosi posti esteticamente pessimi ma con la movida notturna, non accadrà più :P) ma nonostante tutto c'è stato un momento davvero significativo!
Arrivammo lì in macchina nel tardo pomeriggio, qualcuno del gruppo decise di andare subito nella casa che avevamo affittato per prepararsi per la cena e la serata mentre io, Vito e un altro amico decidemmo di fare un salto in spiaggia per inaugurare la vacanza. Sarà stato il crepuscolo che colorava la superfice del mare di un azzurro brillante e il cielo con un misto di blu e rosa, l'acqua calma senza nessuno nei paraggi che si facesse il bagno oltre a noi, sarà perchè ero lontana dalla mia solita routine... o magari è stato soprattutto il fatto che il mare per me, sino a quel momento, è stato sempre un luogo legato alla famiglia, i miei con l'auto decidevano sempre quando era il momento di andare in spiaggia e quando era ora di tornare (e la sera non ci siamo mai restati). L'idea di andare in spiaggia al crepuscolo mi ha dato una piacevole sensazione di libertà, ecco tutto :)

See ya!


(ps: so che a 23 anni suona come un discorso da adolescente, ma mai prima di allora ho avuto una spiaggia a disposizione a pochi metri da casa e quindi poter decidere di andare come e quando volevo io senza vincoli... capitemi :P)

domenica 10 febbraio 2013

DOMO MEA: Sa Sartilia

Quale occasione migliore di scrivere un post sui ricordi oristanesi se non nel suo periodo più festoso dell'anno? Sto parlando della Sartiglia, il carnevale di Oristano. Per chi non lo conoscesse faccio un riassunto: si tratta di una giostra equestre in cui cavalieri bardati e in costumi folkloristici sardi si esibiscono in evoluzioni a cavallo, ma per chi volesse approfondire di più può cliccare QUI .



Da bambina ho avuto solo un occasione di vederla, ci portò (a me e mio fratello) nostro -ormai arcinoto- zio Antonio. Ricordo tre cose in particolare: il torrone che si vendeva a chili tagliato selvaggiamente con la mannaia, un sacco di fieno per le strade e la spettacolarità delle evoluzioni dei cavalieri. A Oristano comunque, e in generale in tutta la Sardegna, non è semplicemente una festa: è  LA festa. È sentita come poche cose al mondo, emoziona. Basti pensare alla vestizione del Componidori (nella foto, il Signore della festa con la sua maschera androgina), che è accessibile solo a pochi eletti.

Siccome non avrei mai avuto un cavallo, né il mio costume folkloristico sardo (che si tramanda di madre in figlia ma sono l'unica sfigata con una madre che non ne ha mai avuto uno), un bel giorno nell'estate 2003 chiesi il permesso ai miei di resuscitare il decrepito Ciao di mia madre: ragnateloso, mezzo arrugginito e blu. Sino a quel momento era rimasto in un angolo del cortile di casa di nonna, sotto un capanno, inutilizzato per almeno una ventina d'anni. Ci è voluto un pochetto per convincerla ad usarlo, ma per fortuna zio Antonio è sempre stato in prima linea per difendere le monellate... Si propose quindi di andare a comprare "la miscela" per riportarlo in vita, e dopo varie pedalate, bestemmie (come d'usanza) e cazzotti ecco che... MEMEMEEEEEEE!!! Si mette in moto.
Io e mio fratello, emozionatissimi per il nostro primo (e anche ultimo) motorino senza targa, cominciammo a turno a fare giri intorno a casa di nonna. Tra parentesi, più mi accorgevo della sua lentezza più mi domandavo cosa avesse da temere mia madre! Seriamente era più svelto un triciclo!
Decisi che per godermi gli ultimi centilitri di benzina volevo fare qualcosa di grandioso: allora presi una foglia bella grossa da terra, ci feci un buco in mezzo, la appesi a un ramo in modo che penzolasse, strappai un vecchio ramoscello lungo e rinsecchito... E in sella al mio sputacchioso e ferrugginoso destriero mi cimentai in una corsa all'anello degna della più tarocca Sartiglia che Oristano abbia mai visto :P Ma fu divertente... Almeno fino a quando il Ciao mi disse -ciao!- definitivamente per tornare a marcire sotto il capanno.

Alla prossima :D