domenica 10 febbraio 2013

DOMO MEA: Sa Sartilia

Quale occasione migliore di scrivere un post sui ricordi oristanesi se non nel suo periodo più festoso dell'anno? Sto parlando della Sartiglia, il carnevale di Oristano. Per chi non lo conoscesse faccio un riassunto: si tratta di una giostra equestre in cui cavalieri bardati e in costumi folkloristici sardi si esibiscono in evoluzioni a cavallo, ma per chi volesse approfondire di più può cliccare QUI .



Da bambina ho avuto solo un occasione di vederla, ci portò (a me e mio fratello) nostro -ormai arcinoto- zio Antonio. Ricordo tre cose in particolare: il torrone che si vendeva a chili tagliato selvaggiamente con la mannaia, un sacco di fieno per le strade e la spettacolarità delle evoluzioni dei cavalieri. A Oristano comunque, e in generale in tutta la Sardegna, non è semplicemente una festa: è  LA festa. È sentita come poche cose al mondo, emoziona. Basti pensare alla vestizione del Componidori (nella foto, il Signore della festa con la sua maschera androgina), che è accessibile solo a pochi eletti.

Siccome non avrei mai avuto un cavallo, né il mio costume folkloristico sardo (che si tramanda di madre in figlia ma sono l'unica sfigata con una madre che non ne ha mai avuto uno), un bel giorno nell'estate 2003 chiesi il permesso ai miei di resuscitare il decrepito Ciao di mia madre: ragnateloso, mezzo arrugginito e blu. Sino a quel momento era rimasto in un angolo del cortile di casa di nonna, sotto un capanno, inutilizzato per almeno una ventina d'anni. Ci è voluto un pochetto per convincerla ad usarlo, ma per fortuna zio Antonio è sempre stato in prima linea per difendere le monellate... Si propose quindi di andare a comprare "la miscela" per riportarlo in vita, e dopo varie pedalate, bestemmie (come d'usanza) e cazzotti ecco che... MEMEMEEEEEEE!!! Si mette in moto.
Io e mio fratello, emozionatissimi per il nostro primo (e anche ultimo) motorino senza targa, cominciammo a turno a fare giri intorno a casa di nonna. Tra parentesi, più mi accorgevo della sua lentezza più mi domandavo cosa avesse da temere mia madre! Seriamente era più svelto un triciclo!
Decisi che per godermi gli ultimi centilitri di benzina volevo fare qualcosa di grandioso: allora presi una foglia bella grossa da terra, ci feci un buco in mezzo, la appesi a un ramo in modo che penzolasse, strappai un vecchio ramoscello lungo e rinsecchito... E in sella al mio sputacchioso e ferrugginoso destriero mi cimentai in una corsa all'anello degna della più tarocca Sartiglia che Oristano abbia mai visto :P Ma fu divertente... Almeno fino a quando il Ciao mi disse -ciao!- definitivamente per tornare a marcire sotto il capanno.

Alla prossima :D

2 commenti:

  1. Stima&Rispetto per la Sartiglia tarocca fatta con il Ciao. :D

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    1. Con mia madre appresso che non mi lasciava in pace perché era convinta che qualche poliziotto ci avrebbe visto senza targa e ci avrebbe arrestato. Sul vialetto affianco casa. A luglio. Alle 14. In periferia. :P

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